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Reiki In medicina


Il Reiki come è stato utilizzato nella terapia di supporto alla medicina convenzionale

Reiki affianca la terapia convenzionale in numerosi centri ospedalieri di tutto il mondo. Trattandosi di una tecnica “dolce” di distensione e analgesia e presentando il vantaggio di essere a basso costo, facilmente riproducibile e alla portata di tutti, si presta molto bene come trattamento di supporto e integrativo nella terapia del dolore del malato cronico (artritico, artrosico, fibromialgico), nel male di schiena (back pain), nella cefalea e nel malato oncologico. Nel malato oncologico si è dimostrato utile come trattamento palliativo anche durante i cicli di radioterapia e chemioterapia nel controllo dei sintomi collaterali (dispnea, nausea, vomito, dolori addominali, diarrea). Per lo stato di profondo rilassamento che può indurre, associato ad uno stato di coscienza di tipo meditativo, Reiki può essere di aiuto e di sostegno psicologico anche nell’ammalato terminale.

Presso il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center a New York è utilizzato tra le tecniche palliative individuali di sostegno al malato oncologico, inclusi i pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo (http://www.mskcc.org). A Milano, presso il Centro di Medicina Psicosomatica dell’Ospedale S. Carlo Borromeo, Reiki è utilizzato come tecnica integrativa di rilassamento e analgesia in pazienti affetti da emicrania. Così pure è segnalato l’uso di Reiki in numerosi altri centri, come il California Pacific Medical Center (CA), il Portsmouth Regional Hospital (NY), il Marin General Hospital a nord di S. Francisco (CA), la University of Michigan Hospital in Ann Arbor (MI), il Manhattan Eye, Ear and Throat Hospital (NY), il Columbia Presbyterian Medical Center (NY), il Tucson Medical Center (AR); il Cross Cancer Institute (Canada), l’Hospice of the Valley (AR).

In questi centri statunitensi e del Canada, Reiki è utilizzato per lo più dal personale infermieristico e dai fisioterapisti e rientra nel curriculum formativo di queste figure professionali. Inoltre è utilizzato anche dai volontari.
In questi centri Reiki è utilizzato come un “supplemento” e non come un “sostituto” della terapia convenzionale, quindi come terapia “complementare” e non come terapia “alternativa” alla terapia ufficiale. Viene utilizzato quindi in pazienti con una diagnosi ben circostanziata e che stanno già ricevendo il trattamento ottimale secondo il sistema medico convenzionale.

Reiki ha grande potenzialità in campo medico sanitario in quanto:
a) non ha effetti collaterali e controindicazioni
b) è estremamente riproducibile, indipendentemente dalla persona fisica del curante
c) è praticabile da medici, infermieri, fisioterapisti, psicologi o volontari, su pazienti ricoverati in ospedale o in hospice, in regime ambulatoriale o di day-hospital, e a domicilio.
A domicilio può essere eseguito anche dai familiari dei pazienti e dal paziente stesso con l’autotrattamento, senza costi aggiuntivi per il sistema sanitario.

Reiki e applicazioni cliniche trattate:
Dolore acuto e cronico (cefalea, dolori osteo-articolari, post-operatori, mal di denti, dolore oncologico,etc) insonnia, stress disturbi psicologici (ansia, depressione) effetti collaterali della chemio e radioterapia sostegno al malato avanzato o terminale. Reiki non ha controindicazioni o effetti collaterali.

Reiki viene inserito nelle seguenti strutture ospedaliere: Centro Oncologico Ematologico Subalpino di Torino - Centro di Medicina Psicosomatica dell'Ospedale san Carlo Borromeo Milano - Il Cespi e Le Molinette di Torino - Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori - La AUSL di Viareggio. Inoltre, reiki affianca la terapia convenzionale in numerosi centri ospedalieri di tutto il mondo.

Possibili vantaggi


Possibili vantaggi
Per i nervi deboli dell'uomo sarebbero di beneficio correnti magnetiche equilibrate, in grado di ristabilire e rinforzare un organismo debole. Reiki Om, potenziando e armonizzando la circolazione energetica sia a livello fisico che emotivo e mentale, porta a un rilassamento profondo, facilita lo scioglimento dei blocchi energetici, e stimola i naturali processi di per la salute del nostro organismo. Lo stato di profondo relax acquisito con la pratica di Reiki Om si avvicina molto allo stato di meditazione. Si diventa naturalmente desti e coscienti, ma al tempo stesso completamente distesi. “Il rilassamento non è qualcosa che fai. Il rilassamento è ciò che rimane quando smetti di creare tensione”.

IL corpo con le sue funzioni di sacco che contiene il “bene, è barriera contro il male esterno e le aggressioni (dagli esseri viventi, dagli oggetti, dagli estranei in genere), Se funziona in modo soddisfacente, si ha una soddisfacente strutturazione della personalità. La pelle AD ES. protegge, in quanto esamina, filtra e, se necessario, attenua, modula non solo gli stimoli esterni, ma anche quelli interni, trattandoli né più né meno come se fossero esterni.

Setting e Modalità di trattamento


Setting e modalità di trattamento

Le sedute di Reiki Om avvengono a paziente comodamente sdraiato, in un ambiente silenzioso, illuminato da luce soffusa, con musiche rilassanti. Prima di iniziare è utile scambiare qualche parola, per creare apertura e sintonia. Il trattamento inizia con la “centratura”, vale a dire l’acquisizione dello stato di quiete e di equilibrio da parte dell’operatore, uno sorta di stato meditativo di “totale vigilanza, ma senza sforzo”. Questa fase dura pochissimi minuti (1 o 2).

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  • CALENDARIO E PROGRAMMA 2023/2024 - Incontri Bi-Mensili - Il Sabato dalle ore 10:00 alle 18:00 +

  • 28 OTTOBRE +

    La ricerca della presenza, Il filo di Arianna, La voce che abita il respiro, Il suono minimo, Canto armonico.  
  • 16 DICEMBRE +

    Biofeedback, Partiture corporee, QiGong, Voice Contact Improvvisation, Il principio del minimino stimolo applicato alla Voce, Lo schema vocale (acquisizione e sostituzione,) Canto armonico.
  • 17 FEBBRAIO +

    Risonanza, empatia, la creazione del campo, Zero Point Energy, Tecniche polivagali, Il flusso, La voce e il potere del simbolo, Voce e archetipi, Canto armonico.    
  • 20 APRILE +

    Voce e fisica quantistica, Le tecniche dell'estasi, Peak Experiences, Stati di coscienza non ordinari, Canto armonico.  
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Setting e modalità di trattamento

Le sedute di Reiki Om avvengono a paziente comodamente sdraiato, in un ambiente silenzioso, illuminato da luce soffusa, con musiche rilassanti. Prima di iniziare è utile scambiare qualche parola, per creare apertura e sintonia. Il trattamento inizia con la “centratura”, vale a dire l’acquisizione dello stato di quiete e di equilibrio da parte dell’operatore, uno sorta di stato meditativo di “totale vigilanza, ma senza sforzo”. Questa fase dura pochissimi minuti (1 o 2).


Possibili vantaggi
Per i nervi deboli dell'uomo sarebbero di beneficio correnti magnetiche equilibrate, in grado di ristabilire e rinforzare un organismo debole. Reiki Om, potenziando e armonizzando la circolazione energetica sia a livello fisico che emotivo e mentale, porta a un rilassamento profondo, facilita lo scioglimento dei blocchi energetici, e stimola i naturali processi di per la salute del nostro organismo. Lo stato di profondo relax acquisito con la pratica di Reiki Om si avvicina molto allo stato di meditazione. Si diventa naturalmente desti e coscienti, ma al tempo stesso completamente distesi. “Il rilassamento non è qualcosa che fai. Il rilassamento è ciò che rimane quando smetti di creare tensione”.

IL corpo con le sue funzioni di sacco che contiene il “bene, è barriera contro il male esterno e le aggressioni (dagli esseri viventi, dagli oggetti, dagli estranei in genere), Se funziona in modo soddisfacente, si ha una soddisfacente strutturazione della personalità. La pelle AD ES. protegge, in quanto esamina, filtra e, se necessario, attenua, modula non solo gli stimoli esterni, ma anche quelli interni, trattandoli né più né meno come se fossero esterni.


Il Reiki come è stato utilizzato nella terapia di supporto alla medicina convenzionale

Reiki affianca la terapia convenzionale in numerosi centri ospedalieri di tutto il mondo. Trattandosi di una tecnica “dolce” di distensione e analgesia e presentando il vantaggio di essere a basso costo, facilmente riproducibile e alla portata di tutti, si presta molto bene come trattamento di supporto e integrativo nella terapia del dolore del malato cronico (artritico, artrosico, fibromialgico), nel male di schiena (back pain), nella cefalea e nel malato oncologico. Nel malato oncologico si è dimostrato utile come trattamento palliativo anche durante i cicli di radioterapia e chemioterapia nel controllo dei sintomi collaterali (dispnea, nausea, vomito, dolori addominali, diarrea). Per lo stato di profondo rilassamento che può indurre, associato ad uno stato di coscienza di tipo meditativo, Reiki può essere di aiuto e di sostegno psicologico anche nell’ammalato terminale.

Presso il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center a New York è utilizzato tra le tecniche palliative individuali di sostegno al malato oncologico, inclusi i pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo (http://www.mskcc.org). A Milano, presso il Centro di Medicina Psicosomatica dell’Ospedale S. Carlo Borromeo, Reiki è utilizzato come tecnica integrativa di rilassamento e analgesia in pazienti affetti da emicrania. Così pure è segnalato l’uso di Reiki in numerosi altri centri, come il California Pacific Medical Center (CA), il Portsmouth Regional Hospital (NY), il Marin General Hospital a nord di S. Francisco (CA), la University of Michigan Hospital in Ann Arbor (MI), il Manhattan Eye, Ear and Throat Hospital (NY), il Columbia Presbyterian Medical Center (NY), il Tucson Medical Center (AR); il Cross Cancer Institute (Canada), l’Hospice of the Valley (AR).

In questi centri statunitensi e del Canada, Reiki è utilizzato per lo più dal personale infermieristico e dai fisioterapisti e rientra nel curriculum formativo di queste figure professionali. Inoltre è utilizzato anche dai volontari.
In questi centri Reiki è utilizzato come un “supplemento” e non come un “sostituto” della terapia convenzionale, quindi come terapia “complementare” e non come terapia “alternativa” alla terapia ufficiale. Viene utilizzato quindi in pazienti con una diagnosi ben circostanziata e che stanno già ricevendo il trattamento ottimale secondo il sistema medico convenzionale.

Reiki ha grande potenzialità in campo medico sanitario in quanto:
a) non ha effetti collaterali e controindicazioni
b) è estremamente riproducibile, indipendentemente dalla persona fisica del curante
c) è praticabile da medici, infermieri, fisioterapisti, psicologi o volontari, su pazienti ricoverati in ospedale o in hospice, in regime ambulatoriale o di day-hospital, e a domicilio.
A domicilio può essere eseguito anche dai familiari dei pazienti e dal paziente stesso con l’autotrattamento, senza costi aggiuntivi per il sistema sanitario.

Reiki e applicazioni cliniche trattate:
Dolore acuto e cronico (cefalea, dolori osteo-articolari, post-operatori, mal di denti, dolore oncologico,etc) insonnia, stress disturbi psicologici (ansia, depressione) effetti collaterali della chemio e radioterapia sostegno al malato avanzato o terminale. Reiki non ha controindicazioni o effetti collaterali.

Reiki viene inserito nelle seguenti strutture ospedaliere: Centro Oncologico Ematologico Subalpino di Torino - Centro di Medicina Psicosomatica dell'Ospedale san Carlo Borromeo Milano - Il Cespi e Le Molinette di Torino - Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori - La AUSL di Viareggio. Inoltre, reiki affianca la terapia convenzionale in numerosi centri ospedalieri di tutto il mondo.


Articolo tratto dal Sito web: http://www.reikimaestrousui.it/medicina_ufficiale_e_reiki.php

La principale azione terapeutica esercitata dal "Guaritore Rekista " proviene da una emissione di biofotoni cerebrali e dall'"onda informativa delle simil-alpha". CLa trasmissione elettromagnetica cerebrale del Reikista (poichè noi parliamo di Reiki) stimola per Biorisonanza l'attività cellulare cerebro-organica del ricevente nelle stesse frequenze..
L'attività elettromagnetica del DNA - RNA dei neuroni cerebrali delle cellule alterate del ricevente viene riattivata dal Reikista con un'azione di Biorisonanza trasmessa per induzione. La rigenerazione cellulare ottenuta si può finalmente documentare grazie ad apparecchi -sensori di nuova generazione.
Fino a qualche tempo fa si credeva che il cervello fosse solo una "massa pensante" e che le "guarigioni" fossero dovute ad un effetto placebo o ad un'azione suggestiva provocata dal Reikista o dal pranoterapeuta che trasmetteva "calore" dalle sue mani.
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I detrattori asserivano che, quando il Curatore "non sapeva guarire", era un ciarlatano ed il fluido "non esisteva". Quando l'ammalato "guariva" era invece quest'ultimo che si suggestionava da solo. Ovviamente ribadiamo il concetto che il GUARITORE non guarisce nessuno ma riequilibra così bene la persona da portarla, se la sua Anima è "pronta", alla sua autoguarigione.
Zimmerman, eminente studioso, si occupò, verso il 1998, di verificare cosa avviene mentre si praticano terapie energetiche come il Reiki. La ricerca rivelò che non solo le onde cerebrali del praticante e del ricevente si sincronizzavano nello stato alfha, caratteristico del rilassamento profondo, dell'analgesia e della meditazione, ma che pulsavano all’unisono con il campo magnetico terrestre: la "Risonanza Schuman" Durante i trattamenti, il campo biomagnetico dei Reikisti era almeno mille volte più esteso del normale e ciò non aveva alcuna relazione con la corrente del corpo interno. Zimmerman e Seto approfondirono ulteriormente lo studio dell'ampio campo biomagnetico pulsante emesso dalle mani di praticanti di metodi di trasmissione energetica come il reiki, mentre lavoravano.
Essi scoprirono che le pulsazioni vibravano alle stesse frequenze delle onde cerebrali, in un intervallo compreso tra 0,3 e 30 Hz, con maggiore densità tra 7 e 8 Hz, nello stato ALPHA.
Ricerche mediche indipendenti hanno dimostrato che in questo intervallo di frequenze, le capacità di autoguarigione del corpo sono fortemente stimolate e che specifiche frequenze possono essere utilizzate per rigenerare i diversi tessuti.
Ad esempio, 2 Hz per la rigenerazione dei nervi, 7 Hz per la crescita ossea, 10 Hz per la guarigione dei legamenti e 15 Hz per la formazione dei capillari.
I macchinari per la fisioterapia, basati su questi principi, sono stati creati per favorire la rigenerazione dei tessuti molli e la tecnologia ad ultrasuoni è comunemente usata per pulire arterie intasate e disintegrare calcoli renali. Inoltre, da anni, si sa che piazzare una bobina elettrica attorno ad una frattura che non si ricompone aiuta l'osso a crescere e a rigenerarsi.

Lo stesso effetto si rispecchia nella persona che riceve un trattamento reiki & nbsp; e IL DOTT. BECHER ritiene che sia questo effetto, più di ogni altro che regola la rigenerazione dalle ferite e il riequilibrio dell'intero sistema.
Ciò evidenzia una delle caratteristiche speciali del Reiki (e terapie simili) che lo rendono particolarmente efficiente, vale a dire il fatto che sia il praticante che il ricevente beneficiano del trattamento.
Il Dott.Becker spiega come le onde cerebrali non siano confinate al cervello ma viaggino in tutto il corpo attraverso il sistema perineurale, costituito dalle guaine dei tessuti connettivi che circondano tutti i nervi.
Nel corso di un trattamento, queste onde iniziano come pulsazioni relativamente deboli nel talamo del cervello del praticante e accumulano forza mentre fluiscono ai nervi periferici del corpo, incluse le mani.
È interessante notare che il Dott. Becker basò il proprio studio su un campione di soggetti di diverse culture e indipendentemente dai loro sistemi di credenze o usanze e tutti i test portarono ai medesimi risultati.
Una parte della crescente popolarità del Reiki, anche fra gli studiosi, sta nel fatto che non impone un set di credenze e può essere liberamente utilizzato da persone di ogni cultura, formazione e fede; inoltre è ormai comprovata la sua efficacia nel rilassamento e in analgesia. Questa efficacia associata alla neutralità lo rende particolarmente appropriato anche per l'uso in ambito medico... come già succede anche in Italia, tipo l'OSPEDALE SAN RAFFAELE di Milano, alcune ASL della toscana e dell'Umbria etc...
In molti ospedali del mondo e' stato dimostrato come il Reiki sia efficace nelle terapie del dolore, nell'assistenza pre e post operatoria, durante i trattamenti chemio e radioterapici del malato oncologico.
E' stato dimostrato come lo stato di rilassamento mentale che un ciclo di Reiki produce dura per piu' settimane ed e' in grado di alleviare sintomi fisici quali dispnea, astenia nausea e stati psichici quali ansia, insonnia, depressione... Vorremmo dire che Reiki fa molto di piu'... e senza paura di smentite... aspettiamo pazientemente il tempo in cui i Reikisti, a fianco dei Medici, entreranno negli ospedali.
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rticolo tratto dal Sito web: http://www.reikimaestrousui.it/medicina_ufficiale_e_reiki.php
La principale azione terapeutica esercitata dal "Guaritore Rekista " proviene da una emissione di biofotoni cerebrali e dall'"onda informativa delle simil-alpha".

La trasmissione elettromagnetica cerebrale del Reikista (poichè noi parliamo di Reiki) stimola per Biorisonanza l'attività cellulare cerebro-organica del ricevente nelle stesse frequenze.
.
L'attività elettromagnetica del DNA - RNA dei neuroni cerebrali delle cellule alterate del ricevente viene riattivata dal Reikista con un'azione di Biorisonanza trasmessa per induzione.
La rigenerazione cellulare ottenuta si può finalmente documentare grazie ad apparecchi -sensori di nuova generazione.
Fino a qualche tempo fa si credeva che il cervello fosse solo una "massa pensante" e che le "guarigioni" fossero dovute ad un effetto placebo o ad un'azione suggestiva provocata dal Reikista o dal pranoterapeuta che trasmetteva "calore" dalle sue mani.


Il Centro Oncologico Ematologico Subalpino dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino, Ospedale Molinette, dal 2003 ha avviato un progetto pilota che svolge un’indagine, in collaborazione col personale medico, sull’efficacia dei trattamenti di Reiki nell’accompagnare dei malati oncologici nel corso delle diverse fasi della malattia. Il paziente è seguito da un’equipe composta da differenti figure professionali: un medico, uno psicologo, il personale infermieristico e gli operatori Reiki dell’Associazione Cerchio di Luce di Torino. Lo studio, la cui finalità è stata di introdurre Reiki in ambito ospedaliero e di valutarne l'efficacia su un numero significativo di pazienti, ha messo in evidenza i positivi effetti del Reiki nell'ambito del trattamento di pazienti affetti da neoplasie avanzate in trattamento chemioterapico.
Dai dati rilevati emerge che i trattamenti Reiki hanno prodotto un beneficio nella maggiore parte dei casi, in quanto il trattamento ha prodotto un profondo rilassamento con una piacevole sensazione di calore e ha indotto uno stato emotivo di tranquillità, che in alcuni casi si è protratto per alcuni giorni. Molti pazienti richiedono di continuare i trattamenti anche dopo avere terminato il ciclo proposto. In particolare lo stato di rilassamento indotto da Reiki è un dato particolarmente interessante per quanto riguarda le cure complementari nel sostegno al malato oncologico, in quanto influisce positivamente come aiuto psicologico.

L'esperienza dei primi due anni del progetto Reiki in ospedale presso il C.O.E.S. ha evidenziato che nel malato oncologico i benefici dei trattamenti Reiki sullo stato emotivo possono migliorare la sua capacità di affrontare cure farmacologiche prolungate e il suo rapporto con la struttura ospedaliera.
I benefici di Reiki sono inoltre riscontrabili sul dolore e sull'ansia, in particolare se la seduta Reiki è effettuata durante la somministrazione dei farmaci.

RISULTATI STUDIO ALLA MOLINETTE DI TORINO
La nostra esperienza ha evidenziato che, nel malato oncologico, i benefici dei trattamenti Reiki sullo stato emotivo possono migliorare la sua capacità di affrontare cure farmacologiche prolungate e il suo rapporto con la struttura ospedaliera.
I benefici di Reiki sono inoltre riscontrabili sugli effetti collaterali indotti dal trattamento chemioterapico quali nausea e/o vomito ed astenia, in particolare se la seduta Reiki è effettuata durante la somministrazione dei farmaci.
Trattandosi di una tecnica “dolce” di rilassamento, senza effetti collaterali, basata sul semplice contatto delle mani dell’operatore sul paziente, Reiki si presta bene come trattamento integrativo alla terapia del dolore e potendo essere praticato in ogni situazione, senza fare ricorso a strumenti, è adatto come tecnica di supporto nelle equipe di cure palliative.
I dati rilevati si riferiscono ad un’analisi condotta su 27 pazienti per un totale di 94 trattamenti, nel periodo compreso tra settembre 2004 – giugno 2005.
Da una prima analisi dei dati rilevati emerge che i 94 trattamenti hanno prodotto beneficio nella maggior parte dei casi (98%), in quanto il trattamento ha indotto un effetto profondo di rilassamento, accompagnato da una piacevole sensazione di calore, e notevoli benefici sull’umore inducendo uno stato emotivo di tranquillità che in alcuni casi si protrae anche per alcuni giorni successivamente al trattamento.
Nel 10% dei casi analizzati si è anche rilevata una diminuzione soggettiva della sintomatologia dolorosa; alcuni pazienti hanno riferito di aver avuto un miglioramento della qualità del sonno.
Si può concludere, secondo la nostra esperienza, che il trattamento Reiki può influire positivamente sia come aiuto psicologico nell’affrontare l’iter diagnostico-terapeutico nei pazienti affetti da malattia neoplastica, sia come supporto integrativo alle terapie convenzionali.
Il nostro studio prosegue con un approfondimento mediante l'adozione di questionari sulla qualità di vita, V.A.S. Visual Analogue Scale, allo scopo di valutare con più specificità l'efficacia di Reiki sugli stati di ansia e dolore.

Qui di seguito uno stralcio dall'articolo, che parla dei risulati raggiunti al termine della prima fase di sperimentazione (visto il successo il progetto è stato rinnovato), apparso il 2 febbraio 2007 nella cronaca di Torino di "La Repubblica":
"(...) Dall'esperienza di altri paesi nel mondo, [il Reiki] è arrivato negli ospedali anche in Italia ed è stato sperimentato tra i pazienti oncologici in un primo studio pilota effettuato al Coes, il centro oncologico delle Molinette. Il risultato è a dir poco sorprendente: il 98 per cento delle persone trattate con il Reiki ha dichiarato di averne tratto un beneficio psicofisico.
La sensazione descritta è di un sensibile calo dell'ansia soppiantata da un effetto di rilassamento generale, accompagnato da una piacevole sensazione di calore e da un notevole miglioramento dell'umore. In una piccola percentuale (il 10 per cento) i pazienti hanno dichiarato di aver avvertito anche una riduzione del dolore. (...)".

Nella stessa data anche Torino Cronaca e La Stampa ne hanno parlato. Quest'ultima specifica che: "Lo studio effettuato sull'efficacia del Reiki (...) in integrazione alle terapie dei pazienti con neoplasie avanzate rivela che i 94 trattamenti eseguiti hanno portato beneficio nel 98% dei casi. Il benessere è prodotto da un effetto di rilassamento, accompagnato da una piacevole sensazione di calore e da un notevole miglioramento dell'umore: lo stato emotivo di tranquillità in alcuni casi si protrae anche per alcuni giorni dopo il trattamento. (...). Alcuni pazienti hanno riferito di aver notato un miglioramento della qualità del sonno. (...)"

Da notare che i risultati di cui sopra sono stati raggiunti con soli quattro trattamenti di Reiki per paziente.

La Dott.ssa Silvia Cecchini (medico del Centro per lo Studio e la Prevenzione Oncologica - Istituto Scientifico della Regione Toscana) ha condotto uno studio controllato in portatrici di infezione cervicale da HPV trattate con Reiki, con un gruppo di controllo: dopo 6 mesi la percentuale di regressione spontanea nelle pazienti non trattate è stata del 27%, coerente con la percentuale riportata dalla letteratura, mentre per il gruppo trattato con Reiki la regressione si è avuta nell’83% dei casi.